Il numero 48 della rivista Hamelin è dedicato agli albi illustrati di non fiction e, non a caso, si intitola Le meraviglie.

On-line potete già trovare qualche estratto che ‘spiega’ la scelta di questa parola. La meraviglia è infatti qualcosa a cui viene data molta importanza nella divulgazione per bambini, ma non solo. Topipittori ci dice, tra le altre cose, che:
“La meraviglia è fondamentale per lo sviluppo della scienza, ma forse meglio sarebbe dire dell’intelletto: se il mondo fosse brutto, se la natura disgustasse, se non ci fosse fascinazione e meraviglia, se non ci fosse «ricreazione dell’occhio e della mente» a nessuno verrebbe in mente di fare dell’osservazione e dell’indagine un impegno quotidiano, un mestiere. Questo esercizio dell’osservare per meravigliarsi acuisce l’ingegno, insegna la pazienza, aiuta a individuare e sviluppare inclinazioni e talenti.”
Se si legge un libro sulla natura risulterà molto facile meravigliarsi. Quando, l’altro giorno, leggevo un testo sugli insetti assieme a mio figlio, fin dalle prime pagine abbiamo dovuto fermarci molte volte per cercare anche solo di concepirla la meraviglia che traboccava da quelle pagine. “Come? Davvero sono così tanti gli insetti? Ma davvero?”
Bastano, in somma, pochi dati per rimanere stupiti, affascinati.
Ma cosa succede se questa meraviglia viene portata ancora più vicina? Se questo senso di stupore e ammirazione viene inserito nella quotidianità? Perché se è vero che incantarci è molto facile, è anche vero che spesso leggiamo di cose lontane o, comunque, che non sono sempre a portata di mano. O magari rimaniamo stupefatti da dati generali, come appunto la quantità totale degli insetti, che però rimane un concetto un po’… astratto.
Ecco allora che collane come PiNO, di Topipittori, portano la meraviglia ad aumentare proprio perché la rendono estremamente palpabile. Poterci meravigliare in cucina diventa un’esperienza concreta. Le erbacce che troviamo anche lungo il muro di casa nostra, sebbene abitiamo in centro città, assumono sfumature differenti.
Poi c’è Prendere il volo.

Prendere il volo è l’ultimo nato in casa PiNO e parla di uccelli. Non è però una guida per riconoscere i volatili e non è nemmeno un ‘semplice’ invito all’osservazione.
Prendere il volo è una sorta di manuale narrato per prendersi adeguatamente cura di uccelli caduti dal nido. E questo è fonte di immensa meraviglia. Non solo si parla della natura. Non solo ci vengono date delle informazioni, quindi impariamo qualcosa. Ma ci viene addirittura detto che possiamo intervenire, in modo rispettoso e positivo, in questa natura. Possiamo avere una parte attiva.
L’autrice, Marina Marinelli, ci porta in un viaggio che attraversa i suoi ricordi.
Ci fa conoscere gli uccellini che ha aiutato nel corso della sua vita e ci fa capire cosa significa prendersi cura di un volatile che non sa ancora volare. È un testo che mostra la gioia ma anche la fatica di un processo riabilitativo che non si sa, in fin dei conti, se porterà a un buon risultato. Perché la nostra idea di buon risultato non sempre coincide con quella della natura. È anche un invito a studiare, a informarsi, perché solo conoscendo determinate cose è possibile fornire l’aiuto corretto per quella determinata specie. È un’esortazione a porsi delle domande, prima di agire. È una dichiarazione di libertà, perché ognuno, prima o poi, deve prendere la sua strada, che ci piaccia o no.
È anche un libro sulla meraviglia, sì. Sulla meravigliosa connessione che esiste tra esseri viventi. Un insegnamento estremamente prezioso. La simbiosi e l’affetto e l’aiuto reciproco che possiamo dare e ricevere se interagiamo con qualcosa che, apparentemente, è diverso da noi.
Siamo tutti estremamente vicini. Necessitiamo tutti di cose simili: cibo, riparo, cure, possibilità.

Ci ritroveremo quindi, noi adulti e i nostri figli, a simpatizzare per Tommaso, Cinci e tutti gli altri nidiacei. Sono sette in tutto, ognuno di una specie differente: merli, cince, passeri, balestrucci, ghiandaie, rondoni, taccole. Sette uccelli per sette esperienze. A unirle, la storia. Quella che ci racconta l’autrice e che rende tutto così… comprensibile, tangibile, afferrabile. Una storia personale, ma che può essere di tutti.
E non dimentichiamoci delle meravigliose illustrazioni di Silvia Molinari, che accompagnano i testi aggiungendo ulteriori informazioni, ulteriore bellezza, ulteriore meraviglia. Immagini che risulterebbero perfette anche per un libro di ornitologia, accurate e delicate, che rendono tutto più prezioso.
A fine lettura, i vostri figli vi obbligheranno a prestare la massima attenzione. Sempre! Se c’è anche solo la più piccola possibilità di trovare un pullo in difficoltà, allora bisognerà trovarlo e aiutarlo. Ma il bello è proprio questo, capire che c’è sintonia, un continuum del quale facciamo parte. Non siamo isolati. Non siamo soli. Siamo parte di un tutto.

- Hamelin 48. Le meraviglie, di AA. VV., 14,00 €, Associazione culturale Hamelin
- Prendere il volo. Storie di uccellini caduti dal nido e finiti in buone mani, di Marina Marinelli, illustrazioni di Silvia Molinari, 72 pagine, 16,00 €, Topipittori